Autunno
MAURICE ALEXANDRE BERTHON
(Costantino 1888 – Jonchery-sur-Vesle 1914)
Autunno
1910
Olio su tela, 187 × 225 cm
Firmato e datato in basso a destra
La raffigurazione dell’autunno è infatti concepita da Berthon come allegoria della vita e delle sue declinazioni sentimentali in una stagione particolarmente cara agli esteti di fine secolo, a cominciare da Gabriele d’Annunzio: vi compaiono infatti la tenerezza materna impersonata, in primo piano, da una donna di forme generose che riceve dal figlio un frutto di stagione; il conforto della musica affidato ai due giovani rapiti dal suono del flauto; il dono della passione racchiuso nell’abbraccio degli amanti che si allontanano sull’orizzonte del bosco. Il quadro, nella sua dimensione monumentale, corrisponde d’altra parte alle concezioni estetiche che intendevano contrastare i clamori della ‘Circe industriale’, pronta a dominare con l’arrivo delle avanguardie, attingendo ad un sincretismo delle arti che convogliava appunto nella pittura temi letterari, suggestioni musicali, spunti mistici e filosofici in grado di dimostrare la complessità dell’esperienza umana rispetto alla materialità di un progresso ritenuto nemico delle risorse spirituali.
Estratto dell’expertise del prof. Carlo Sisi